Numismatica

Il collezionismo numismatico consente di avere nelle proprie mani arte, storia, cultura e grande valore economico. L’Italia, culla della finanza moderna (ancora oggi nella terminologia finanziaria resiste il termine LOMBARD) ha prodotto le più spettacolari monete mondiali, con incisori del calibro di Cellini, Pisanello, Leoni, Hamerani e molti altri). Queste monete non sono solo pezzi di metallo, ma vere e proprie opere d’arte che raccontano la storia e le culture delle epoche da cui provengono.

Oggi, con i canali informatici, costituisce un mercato trasparente e liquido che consente una diversificazione patrimoniale ed un efficacissimo mezzo di trasmettere valore alle future generazioni.

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Genova. Dogi biennali e governatori della Repubblica (1528-1797). Da 5 doppie 1640. Oro. Al dritto: la Beata Vergine sulle nubi col Bambino in braccio e scettro nella mano destra. Legenda: ET REGE EOS. Al rovescio: croce e 4 stelle. CNI, vol. III, p. 353, n. 1.

Multiplo genovese rarissimo.

La legenda “ET REGE EOS” viene dai Salmi, 2,9 e si riferisce alla protezione della Vergine sui Dogi, governatori della repubblica genovese; “Li reggerai…“, ovvero “li sosterrai”. Vedi: Traina, Il linguaggio delle monete, p. 134.

Mantova. Federico II Gonzaga. primo periodo, Marchese di Mantova (1519-1530). Doppio ducato. Oro. Al dritto: testa di Federico II a sinistra. Al rovescio: il Monte Olimpo, sormontato dalla legenda “FIDES”. CNI, vol. IV, p. 266, n. 2.

Moneta con eccezionale ritratto rinascimentale e di grande rarità.

Mesocco, Antonio Teodoro Trivulzio (1676-1678). Da 10 zecchini 1677. Oro. Al dritto: busto corazzato a destra; sotto, la data 1677. Al rovescio: Stemma dei tre Pali con cimiero e svolazzi, al di sopra del quale sta la Sfinge a sinistra con l’anello e la lima spezzata. Al di sopra un nastro svolazzante con il motto “NE TE SMAI”. CNI, vol. IV, p. 527, n. 50.

Estremamente raro.

Il motto NE TE SMAI va letto nel francese antico “Ne t’esmayer” che può essere tradotto come “non ti meravigliare” oppure “non ti avvilire”. Vedi: Traina, Il linguaggio delle monete, p. 281.

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